26 aprile 2012

FILM AL CINEMA - "To Rome with love" di Woody Allen

"Midnight in Paris" aveva confermato la tendenza manierista presente nell'ultima produzione di Woody Allen. Ora non si può che rimpiangerla. E' veramente difficile immaginare come il grande autore newyorkese abbia potuto concepire questo "To Rome with love", che sembra una versione patinata dei cinepanettoni nostrani.
Non mancano le situazioni equivoche a sfondo erotico, i siparietti improbabili da commedia sexy, gli ammiccamenti pruriginosi, come la prostituta che sbaglia stanza d'albergo sorprendendo un giovane sposo in mutande in attesa della moglie (con tanto di parenti di lui che arrivano poco dopo) o il rapinatore che interrompe l'"idillio" tra un divo del cinema ed una sua ammiratrice (con tanto di moglie del primo che irrompe sempre poco dopo). Abbondano i luoghi comuni sugli italiani - che cantano sotto la doccia o si dilaniano tra morale cattolica e desideri di trasgressione - e gli stereotipi, dai personaggi romani che aprono (un vigile bonario) e chiudono il film (un popolano verace con appartamento a piazza di Spagna, quanto di meno realistico si possa immaginare nella Roma del 2012) fino alla coppietta ingenua che viene da Pordenone, che sembra presa di peso direttamente dagli anni '50. Il tutto condito con immagini da cartolina e musichetta ammiccante che fa il verso a certi ritmi italici, aggiungendo il cliché sonoro a quelli narrativi e visivi.
Come se non bastasse, la morale del film è di una superficialità sconcertante nel suo esplicito inno a fama, denaro e conquiste sessuali. Coerentemente Roma è rappresentata in versione high-class e fashion: a tal fine tutto il contorno viene forzato in direzione falsificante, dalle ambientazioni alle comparse. E dispiace vedere attori di calibro coinvolti in questa operazione, a partire da un Benigni spaesato che non strappa neanche una risata fino ad un Alec Baldwin ridotto ad una sorta di amico immaginario di cui non si capisce mai il senso.
Meglio riportare la memoria a quelle opere di Woody Allen che hanno dato un contributo inestimabile alla settima arte.
Pier

4 commenti:

  1. Bella recensione! Due parole solo ad approfondire.
    Per essere sinceri Allen non è mai stato un autore graffiante come lo fu il profondamente europeo Wilder, per esempio. Le opere meglio riuscite del newyorchese sono sempre state uno sgargiante bouquet di sentimentalismo nostalgico rielaborato fantasticamente a là Fellini e di tinte acide tipiche del suo humour cerebrale sui luoghi comuni della upper class americana. Le sue commedie erano socialmente "sradicate" e situate in un mondo astratto, dove i problemi che vivono i personaggi non sono mai reali ma (pseudo)-filosofico-esistenziali.
    L'inesorabile inaridirsi di questa vena dovuta alla costante reiterazione di temi e modi e motivi, non poteva che svuotare i suoi film rendendoli sempre più di maniera, come giustamente dici tu.
    Se poi aggiungi a questa tendenza fisiologica la pretesa incomprensibile (artisticamente, non economicamente, s'intende!) di girare un film in Italia e parlare così anche degli italiani, avendoli intravisti solo dalla terrazza di un grande albergo o attraverso i finestrini fumè di una limousine, il risultato non può che essere un teatro d'ombre, dove, in mancanza di personaggi ed intreccio, ci si aiuta come si può, con siparietti e trovatine rozze e banali.
    Anche io ho molto amato Allen fino a una decina di anni fa. Per me che allora opponevo il suo tocco irripetibile a baluardo contro gli svanzinamenti della commedia italiana, è tristissima constatazione vedere la storia divertirsi ad accomunare sacro e profano. Ma questo capita quando non si ha più nulla da dire; e c'è pur sempre differenza fra chi ha fatto dei capolavori nel suo genere e chi niente da dire ha avuto mai.
    Che poi verrebbe pure il sospetto che non siano l'artista ma la materia (gli italiani d'oggi) ad essere ritrosi all'arte, come un pezzo di marmo attraversato da una crepa... ma questa è un'altra storia e soprattutto un altro blog!

    cinecris

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  2. Innanzitutto benvenuto! Ti ringrazio per il tuo approfondimento, che ho apprezzato molto. Qual'è l'altro blog a cui ti riferisci alla fine?

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  3. Grazie a te!. Non mi riferivo ad un blog specifico, intendevo solo tacitarmi riconoscendo che stavo andando fuori tema...
    Colgo però l'occasione per segnalarti un blog tenuto da un economista che racconta in maniera approfondita ma per nulla ideologica la crisi di oggi, non mancando di evidenziare finzioni propagandistiche, ellissi informative e vere e proprie falsità date in pasto all'opinione pubblica, soprattutto sul versante progressista di "sinistra". Il tutto narrato con spirito leggero e a volte anche goliardico, come si intuisce dal titolo del blog:

    http://goofynomics.blogspot.it/

    E' un lavoro veramente encomiabile per il servizio che offre a tutti coloro che vogliono essere cittadini consapevoli, scopo sempre più simile ad un'utopia se non si capiscono, per esempio, iil funzionamento dei sistemi monetari e i principi fondamentali dell'econonomia dominante e delle economie eterodosse.

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  4. Grazie per la segnalazione, gli ho dato un'occhiata e mi sembra estremamente interessante...

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