11 dicembre 2012

FILM AL CINEMA - "Hotel Transylvania" di Genndy Tartakovsky

Collocandosi esplicitamente nel solco della tradizione inaugurata da cartoon come "Monsters & Co." e "Shreck", "Hotel Transylvania" si limita a riproporre schemi narrativi collaudati moltiplicandone all’ennesima potenza gli esiti possibili. L’epopea rovesciata dalla parte dei mostri non è certo una novità e gli autori procedono semplicemente per accumulo di personaggi e situazioni su un canovaccio già abusato, sostituendo l’estro manierista all’autentica originalità di ispirazione.
Il film ha dalla sua un notevole impianto visivo, le immagini rivelano un tripudio di trovate e la narrazione è tanto scorrevole quanto briosa. I personaggi risultano ben caratterizzati ma soprattutto attraverso il ricorso ai cliché e al bozzettismo, a partire dall’insopportabile nerd-vincente che fa il verso a tanti altri già visti prima senza averne però la credibilità e lo spessore. Manca un vero e proprio asse portante del racconto e si sente, è come se la sceneggiatura "navigasse a vista", inventandosi man mano la rotta da seguire. E per dare verve alla storia si fa ricorso a diversi siparietti a base di volgarità, sempre sulla falsariga della saga dell’orco verde targata Dreamworks.
Privo della profondità espressiva dei modelli di riferimento, "Hotel Transylvania" si riduce quindi ad una esagitata esibizione formale, a base di stereotipi e trivialità, col rischio di saturare per inflazione l’immaginario dello spettatore. E, a differenza di altri prodotti analoghi, il film di Tartakovsky non propone un messaggio gran che ispirante. Il divertimento per i più piccoli ci sarà pure, forse per gli adulti un po' meno.
Pier

Nessun commento:

Posta un commento