4 dicembre 2012

FILM AL CINEMA - "Le 5 leggende" ("Rise of the Guardians") di Peter Ramsey

Adottando un'ottica dichiaratamente manierista (e citazionista), il cartoon Dreamworks di Natale propone una rilettura della fiaba sull'infanzia attraverso l'aggiornamento ai tempi di personaggi mitologici noti all'immaginario occidentale (Babbo Natale, il Coniglietto di Pasqua, l'Uomo Nero), affiancati ad altri meno conosciuti (Dentolina, Sandman, Jack Frost), supportando l'operazione attraverso richiami narrativi e figurativi ad altri film di grande successo. Sulla scia dei supereroi di "The Avengers", i Guardiani del titolo sono tratteggiati in tutti i loro limiti e difetti (da un pizzico di cinismo all'ostentata tracotanza), che li portano magari a litigare tra di loro prima di trovare quella coesione di gruppo necessaria ad affrontare la minaccia dell'antagonista. Nonostante questa premessa, "Le 5 leggende" non scivola nella comicità esplicita né nella volgarità, mantenendosi invece su un piano più romantico ed approfondendo la dimensione archetipale della favola. I temi messi in campo sono piuttosto interessanti e diverse battute di dialogo lasciano il segno.
Purtroppo il film è riuscito solo in parte innanzitutto a causa di una scrittura poco attenta che a tratti appare addirittura sbrigativa, aspetto evidente fin dall'inizio. Dopo una promettente sequenza d'apertura - debitrice delle atmosfere de "Il Signore degli Anelli" - dedicata a Jack Frost, vengono messi in scena gli altri quattro Guardiani tutti assieme, non riservando però a nessuno di loro un appropriato spazio di presentazione, mentre la vicenda inizia contemporaneamente a dipanarsi ad un ritmo accelerato: l'effetto è disorientante per lo spettatore, che si trova a dover seguire gli eventi mentre al contempo cerca di metterne a fuoco i protagonisti, chiedendosi per un buon quarto d'ora chi siano, come si chiamino e che funzione abbiano nell'economia del racconto! Poi, quando finalmente si riesce ad inquadrare trama e personaggi, ci si trova a seguire un percorso narrativo che procede ancora un po' a scossoni, passando a volte da una sequenza all'altra senza andare troppo per il sottile in merito a nessi logico-causali, col risultato di non essere sempre immediatamente comprensibile.
C'è poi da dire che dal punto di vista formale "Le 5 leggende" non è così entusiasmante come altri prodotti della nota casa di produzione e quando ci si abitua ad un alto standard di qualità è difficile dimenticarsene. La regia è meno coinvolgente della media e le stesse scene d'azione sono ben lontane dalla virtuosistica spettacolarità - tanto per fare un esempio - di un "Madagascar 3" (l'ultimo prodotto Dreamworks prima di questo in ordine temporale). L'apparato visivo è inoltre tratteggiato senza troppa originalità e risulta un po' carente proprio sotto il profilo della suggestione fantastica che film di tal genere sono spesso in grado di provocare. Tra le immagini maggiormente evocative si annoverano proprio quelle dove il citazionismo si fa più esplicito, a partire dall'esercito di incubi volanti dell'Uomo Nero che rimanda alla saga di "Harry Potter".
Al di là dei suoi limiti, l'opera possiede uno spessore contenutistico che arriva comunque ad emozionare (e che può anche aiutare a vivere). Si parla in modo estremamente moderno del conflitto tra polarità opposte dell'animo umano - che non si può concludere con un semplice happy end - e del significato dei miti, che esistono in quanto i singoli uomini danno loro un significato (i Guardiani perdono i loro poteri e non possono neanche più essere visti se i bambini non credono in loro). E, fuor di metafora, si possono interpretare gli eroi della vicenda come simboli che incentivano l'aspirazione all'armonia piuttosto che la tentazione del caos (personificata nell'Uomo Nero): di conseguenza l'invito che il film rivolge ai bambini (ed agli spettatori) di continuare a credere in loro lo si può recepire - attraverso una cosciente forzatura critica - non come un'esortazione ad alimentare le illusioni quanto viceversa come un richiamo ad una più profonda consapevolezza.
Pier

2 commenti:

  1. La Dreamworks Animation con le 5 cinque leggende avrà sbancato i botteghini perché il cartone e ben disegnato ed è entusiasmante l'emozione che suscita. Il mio spirito bambino è uscito fuori. Non ritorno al futuro ma al passato in cui il buio ti fa paura ma questi storici amici immaginari ti portano in un'altra dimensione dove i sogni sono realmente felicità. Chi si accaparrerà le tue notti? Il male magistralmente smontato da un eroico personaggio come Jack Frost con la complicità di un bambino che chiede con il suo spirito gioioso a gli altri piccoli amici di aiutarlo riuscendo in un'impresa che sembra impossibile. Quando tutto si risolve e la slitta sta per partire via ci si chiede se mai si rivedranno. Il giovane uomo del ghiaccio prova a spiegare al bambino come un contatto ci sarà sempre perché quando c'è il sole la luna non c'è ma sai che la rivedrai sempre e viceversa. Una storia quindi forse non troppo nuova e non molto ricercata ma sempre affascinante con degli eroi per noi famosi e due insegnamenti importanti che ci dicono di non smettere mai di credere nell'amicizia e nelle cose che facciamo fino alla fine. Alessandra

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  2. Grazie Alessandra per il tuo intervento, che ho apprezzato per immediatezza e semplicità di approccio nonché per i risvolti umani e personali che hai condiviso... Uno dei propositi di questo blog è proprio quello di far esprimere la dinamica esistenziale che il cinema può suscitare in ognuno di noi...e da quanto leggo, questo film direi che per te sia uno di quelli che aiutano a vivere! :)

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