15 aprile 2013

FILM - "Il vento e il leone" ("The Wind and the Lion") di John Milius

John Milius si serve di un episodio storico per narrare una favola epica che esprime al massimo grado quella visione della vita - tipicamente americana da un lato ma anche romantico-decadente, di matrice quindi europea, soprattutto tedesca - che caratterizza l'intera sua filmografia. Il suo antimodernismo si fonda sulla critica della plutocrazia, dell'omologazione e della scissione tra uomo e natura. Il suo sguardo nostalgico si richiama all'individualismo anarcoide, all'aristocrazia dello spirito di nicciana memoria, all'etica cavalleresca del rispetto fra nemici.
Il tema centrale de "Il vento e il leone" è il confronto tra culture, personificate da due uomini che, per l'intera vicenda, si fronteggiano a distanza, arrivando ben presto ad una sorta di ammirazione reciproca: uno è il capo berbero "El Raisuli", l'uomo del deserto, il "leone"; l'altro è il presidente americano Theodore Roosevelt, il politico cow-boy, il "vento". Nei confronti di quest'ultima figura (come d'altronde nei riguardi dei diplomatici americani e degli ufficiali dei Marines) il regista adotta una specie di "ottica doppia", alternando il distacco ironico all'adesione partecipe. Il Roosevelt di Milius è comunque una figura idealizzata, anche se sostanzialmente fedele al personaggio storico, ai suoi modi istrionici ed al suo aspetto esteriore.
Il film è dotato di un notevole senso del ritmo e di un andamento narrativo solenne, merito sia di una scrittura puntuale che di una messinscena efficace. Esemplare, soprattutto per la combinazione tra angolazioni di ripresa e scelte di montaggio, la sequenza dell'assalto del palazzo del Pascià di Tangeri da parte dei Marines americani: dalle inquadrature scaturisce una geometria visiva di impianto epico capace di suscitare un'intensa adesione emotiva. La scelta stilistica adottata da Milius (sia in sede di sceneggiatura che di regia) dimostra in modo quasi paradigmatico che, spesso, il senso dell'epopea nasce dall'estetizzazione (cosciente o meno) della realtà storica.
Pier

2 commenti:

  1. Bravissimo. Dopo questa bella descrizione, è come se l'avessi già visto.
    In considerazione del rilievo epico, che anima i protagonisti e lo scenario, con l’intrinseco richiamo ai valori cavallereschi di lealtà e di coraggio, ritengo che possa, a ragione, appartenere a quella categoria filmica, che detiene la capacità di incrementare lo sprint della vita. O sbaglio?

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    1. Grazie per il complimento! Per rispondere alla tua domanda: per chi è incline a questo tipo di narrazione cinematografica può essere un film che aiuta a vivere. A me è piaciuto e penso piacerebbe anche a te. Ma non tutti amano l'epica e l'azione. Qualcun altro potrebbe invece essere distanziato proprio dalla visione della vita veicolata da un'opera come questa. Come sempre la risposta è soggettiva... Ciao

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