10 gennaio 2012

FILM - "Nauta" di Guido Pappadà

Primo lungometraggio di Guido Pappadà, al confine tra un set teatrale (l’interno di una barca a vela, luogo dell’immaginario collettivo, sintesi tra cielo e mare) e un road movie, “Nauta” parla della ricerca della realizzazione di un’ideale da parte di un piccolo gruppo di quarantenni, più o meno sbandati.
Non si propone come una grande opera e in effetti non ne ha gli elementi ma contiene comunque una dignitosa dimensione sia naturalistica che intimistica, pur nella banalità di un finale evanescente come una bolla di sapone.
Il tentativo di veicolare la metafora poetica del “navigante” (uomo di mare che fa nuotare anche la sua coscienza verso lidi consolatori e realizzabili) in realtà resta sospeso - nella sua proposta iniziale di tensione emotiva - senza realizzarsi alla fine in una narrazione persuasiva. Va comunque riconosciuto al film il merito di aver svolto la vicenda con leggerezza e sobrietà.
Più convincente come rappresentazione "pittorica" che "letteraria" ed esistenziale. Attendiamo di “leggere” Pappadà in futuro.
Carla Costanzi

1 commento:

  1. Pienamente in sintonia con la tua recensione...
    In effetti "Nauta" lascia l'impressione di non mantenere le iniziali promesse: gli spunti interessanti ci sono ma non trovano uno sviluppo convincente, anche se va riconosciuto il talento visivo del regista.

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