30 gennaio 2012

FILM AL CINEMA - "Mission Impossible - Protocollo Fantasma" ("Mission: Impossible - Ghost Protocol") di Brad Bird

Inaugurata dall'eleganza formale di Brian De Palma ("Mission: Impossible", 1996) e proseguita sotto il segno dello stile virtuosistico di John Woo ("Mission: Impossible II", 2000), la saga ispirata all'omonima serie televisiva aveva già mostrato segni di stanchezza al terzo episodio ("Mission: Impossible III" di J.J. Abrams, 2006), rispetto al quale quest'ultimo atto non aggiunge un gran che. 
L'intreccio narrativo non presenta spunti che possano sollecitare una particolare adesione emotiva nello spettatore, come dimostra la totale mancanza di personaggi secondari in grado di confrontarsi minimamente con la statura del protagonista: oramai lasciato sempre più solo nel suo superomismo, l'Ethan Hunt di Tom Cruise procede ultradeterminato per la sua strada, è il leader indiscusso della sua squadra dell'IMF e si scontra con un cattivo privo di carisma, tratteggiato sbrigativamente e al quale non vengono riservate né battute memorabili né una messinscena incisiva. E quanto può essere coinvolgente il "titanico" combattimento finale a mani nude tra una guerriero modello come Hunt e un intellettuale di mezza età (il personaggio di Hendricks viene presentato come uno scienziato e non si accenna mai a nessuna sua particolare dote marziale)?
Giocato sull'eccesso adrenalinico, il film garantisce l'evasione che ci si aspetta, non mancando di ritmo narrativo né di tenuta spettacolare. Ma la formula è la stessa già vista in altri blockbuster action degli ultimi anni, dalla minaccia della fine del mondo alla distruzione di un importante luogo dell'immaginario collettivo, fino all'affastellamento di sequenze d'azione volutamente improbabili ed effettistiche. E la mancanza di originalità non viene neanche troppo compensata dall'ironia, come in altri analoghi prodotti hollywoodiani contemporanei. Resta quindi l'impressione del prodotto seriale, di ordinaria amministrazione, per quanto godibile a patto di stare al gioco.
Pier

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