9 maggio 2012

FILM AL CINEMA - "Ciliegine" ("La cerise sur le gâteau") di Laura Morante

Dopo una gestazione di sette anni, finalmente Laura Morante debutta come regista e sceneggiatrice con "Ciliegine", commedia sentimentale vagamente naif, senza grandi pretese, dal linguaggio fresco e lineare. Per realizzare questo progetto ha chiesto la collaborazione, a vario titolo, ai tre uomini della sua vita: quasi paradossale se si pensa che, nel ruolo della protagonista Amanda, dà voce proprio alla paura degli uomini - è androfoba, come la definisce il marito psicoanalista della sua amica Florence.
Fin dalle prime sequenze Amanda si rivela un’isterica, insopportabile e antipatica donna perennemente insoddisfatta dai comportamenti del genere maschile. Quella che Bertrand le toglie dalla torta è l'ennesima "ciliegina" che conferma come l’inaffidabilità, la perenne distrazione, l’indifferenza siano costanti nei rapporti, ahimè sempre nevrotici, che lei instaura con i suoi partner. Finché ad una festa incontra il sensibile Antoine, che per un equivoco suppone sia gay: grazie a questo fraintendimento, inizia a frequentarlo lasciando da parte le consuete paure e rigidità…ma con quali esiti?La prima parte del film risulta più sorprendente e spontanea, mentre nella seconda metà sembra che la narrazione si preoccupi soltanto di comporre un puzzle precostituito e questo non fa che indebolirne il ritmo. Alla sua opera prima l'attrice si muove con sufficiente disinvoltura dietro e davanti la macchina da presa e "Ciliegine" ricalca abbastanza la commedia sentimentale francese per ambientazione d'interni, musica (di Nicola Piovani) e inquadrature. Ricorda un po' (anche per la partecipazione della stessa interprete, Isabelle Carré) "Emotivi Anonimi" ("Les émotifs anonymes"), con minor stupore ma sempre coniugando varie tipologie di nevrosi, che comunque rappresentano l'eterno dramma dei rapporti amorosi dove ad una metà corrisponde sempre una metà "contrapposta". E può aiutare a vivere se ci fa pensare che ognuno dei due poli dovrebbe riflettere ogni tanto sulla possibilità di non prendersi sempre molto sul serio.
Carla Costanzi

1 commento:

  1. Devo dire che ho apprezzato oltre le mie stesse aspettative questo esordio alla regia di Laura Morante. Trovo che il film possa aiutare a vivere perché fa luce, più che sugli eterni dilemmi del rapporto fra i due sessi, proprio sulle derive nevrotiche dell'attuale società occidentale. E' vero che la sottotraccia dell'opera può essere interpretabile in senso metastorico (e questa tendenza all'astrazione non fa che arricchirne il messaggio) ma la vicenda è calata inequivocabilmente nelle secche di un certo mondo contemporaneo, quello dei borghesi benestanti che usano eccessivamente la mente, terrorizzati dalle emozioni, nevrotici, circondati da psicoterapeuti, bloccati nell’esprimere se stessi e che si avviluppano sempre di più all’interno delle proprie gabbie dorate, intellettuali o abitative che siano.
    "Ciliegine" tratta temi profondi e drammatici attraverso il registro della commedia e con una leggerezza di tocco molto francese, non rinunciando alla speranza ma evitando di concludere in modo consolatorio. Certo che l’ambiente rappresentato è inconfondibilmente high class, mentre le problematiche sollevate riguardano anche tanti piccolo-borghesi, che probabilmente sono la maggior parte degli spettatori di un film come questo e che magari possono trovare qualche difficoltà a riconoscersi con piena partecipazione emotiva nei protagonisti, interpreti di un malessere comune a molti ma da una prospettiva riservata a pochi.

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