16 maggio 2012

SPUNTI - Dal cinema alla vita: un passaggio obbligato

Se usiamo il cinema perché possa aiutarci a vivere è ovvio che non possiamo farne un feticcio. Non possiamo quindi rifugiarci nella proiezione dei nostri malesseri sullo schermo, né nell'evasione dalla nostra realtà quotidiana né consolarci attraverso storie edificanti che di quando in quando ci ricordano che esistono dei percorsi costruttivi (quando magari non riusciamo a viverli in prima persona). In ognuno di questi casi rischiamo di utilizzare i film come dosi di morfina che servono a farci tirare avanti ma nulla più, a sedare il malessere ma non ad estinguerlo.
Da un certo punto di vista questo processo è in parte inevitabile: l'arte, in un contesto sociale come il nostro, disgregato e massificato, finisce per diventare spesso un mondo in cui rifugiarsi per sfuggire alle incertezze ed all'instabilità circostanti. A volte è un richiamo solipsistico e questo forse può costituire il rischio maggiore. In altri casi c'è almeno la condivisione. Ma in che modo? Il cinema, il teatro, un concerto: tutte occasioni in cui tante persone si riuniscono per fruire di un prodotto artistico (in senso esteso) ma, nella maggior parte dei casi, prive di una comunicazione tra i partecipanti. Certo, resta la frequenza empatica della condivisione, che un film come "The Artist" ci ha ricordato parecchio in questa stagione cinematografica. Ma neanche questo è un fenomeno così frequente. 
Attraverso l'esperienza del cineforum abbiamo provato e stiamo provando a ricercare una condivisione partecipativa che prenda le mosse dall'arte, facendoci guidare dalle suggestioni filmiche per elaborare un possibile percorso di senso. Ed anche questo sito è stato concepito per dare voce alla ricerca ed alla condivisione. Ma se l'arte è uno strumento, allora è necessario scendere sul terreno della verifica. Passare dal cinema alla vita. Aprirsi alla possibilità di cambiare rotta. Di imboccare nuove strade. Non dare nessuna impostazione per acquisita definitivamente. E allora vorrei fare una domanda a tutti coloro che hanno partecipato o che stanno attualmente partecipando al progetto di Cinequale. Il cinema, nella modalità in cui lo abbiamo condiviso (dai cineforum a questo spazio web), vi ha effettivamente aiutato a vivere meglio? 
Pier 

21 commenti:

  1. Caro Pier, già che ti ho conosciuto è una bella cosa. Poi, mi hai insegnato tanto su questo tipo di arte, ho conosciuto altre persone, abbiamo condiviso ore piacevoli e mi sono divertita tanto ( è questo a me mi aiuta a vivere!)Va detto che il film che ci hai proposto hanno provocato in me diverse domande, mi hanno fatto rifletere, qualche volta mi hanno comosso e spesso mi hanno fatto tornare il buon umore e la speranza che si può ancora cambiare rotta.

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    1. Cara Emina, anche io sono contento di avervi conosciuto e di aver condiviso assieme dei momenti piacevoli... Mi fa piacere sapere che il cineforum ti ha finora comunicato qualcosa di costruttivo...questo è per me un incoraggiamento a proseguire.

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  2. "Il commento che ho letto rispecchia molto quello che penso, certo io non posso dire di aver partecipato ad un cineforum, ma posso sostenere che quella sporadicità di presenza mi ha fatto stare bene, oltre alla conoscenza più approfondita di persone che già conoscevo, ho passato delle ore di svago senza, per alcuni attimi, pensare a ciò che mi circonda. Io sono però, una di quelle persone che prende il cinema, quando può, come morfina dai problemi, a volte preferisco fuggire che agire, perchè è più facile, farsi scorrere addosso la propria vita piuttosto che viverla. Anche se solo come morfina, ADORO IL CINEMA PERCHE' A MODO SUO MI AIUTA AD ANDARE AVANTI, PER CUI "SI" IL CINEMA MI AIUTA A VIVERE MEGLIO!"

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    1. Cara Paola, apprezzo molto la tua sincerità ed il coraggio con il quale manifesti quello che senti realmente anche in uno spazio pubblico come questo del blog... Penso di comprendere quello che dici, anch'io spesso riscontro in me la tendenza ad usare il cinema (o i libri) come sedativo... Dalla tua testimonianza mi viene da pensare che in certi momenti della vita, se siamo in un'impasse o se non riusciamo a trovare il modo di esprimerci...allora non possiamo che essere grati al cinema (e all'arte) per il sostegno che riesce comunque a darci, perché se non altro, come dici tu, ci aiuta ad andare avanti...e, direi io, ci fa sentire meno soli. Ciò che ritengo importante è il fatto di essere coscienti della modalità che mettiamo in atto, come dimostra la lucidità della tua descrizione. Ho trovato molto incisiva la frase in cui dici che è più facile farsi scorrere addosso la vita piuttosto che viverla...sento come una naturale empatia verso certe parole che hai usato...se osserviamo una certa situazione e non riusciamo a modificarla con i nostri sforzi coscienti possiamo anche ripiegare nel rifugio dell’arte e rimanerci per un po’, magari mantenendo vivo dentro di noi l'anelito ad uscire per andare incontro alla vita...

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    2. " a volte preferisco fuggire che agire, perchè è più facile, farsi scorrere addosso la propria vita piuttosto che viverla...."
      Cara Paola queste tue parole mi hanno riportato in un attimo a parole quasi uguali: quelle scritte da Massimo Gramellini nel suo ultimo romanzo autobiografico FAI BEI SOGNI.
      Il suo è un dramma portato avanti per oltre 40 anni (un bel pezzo di vita)e poi solo poco dopo un velo si è squarciato: quello della verità !
      Ci dice come te: "Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire.Per non guarire. Perchè altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere. Completamente vivi."
      Colgo questa occasione per dire a te e a tutti i fans di Cinequale che pensavo di allargare gli scenari del "vivere meglio" con la musica e la letteratura.
      E magari la lettura di Gramellini potrebbe proprio essere un punto di partenza per voler essere interpreti e non personaggi della propria vita: diventare completamente vivi

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    3. Ciao Carla,
      scusami per il "Ciao", ti ringrazio per la risposta, e mi piace molto l'idea di come ti piacerebbe "allargare gli scenari" del "vivere meglio", mi è piaciuto inoltre il suggerimento del libro, non conosco l'autore, e devo ammettere, mio malgrado, che non sono una grande lettrice, e quei rari libri che leggo, non dico nemmeno come faccio a sceglierli ma la dinamica è quasi uguale ai film che mi piace vedere e rivedere....spero che ci sarà l'occasione di incontrarci, magari dopo aver letto il libro oppure in occasione di uno scenario da te proposto.

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    4. Ciao Paola,
      vedi non ci siamo mai viste eppure riusciamo (mi sembra proprio di sì...) a trovarci sulla stessa lunghezza d'onda misurata proprio nella condivisione.
      Propongo a te e a tutti i fans di Cinequale una serata LIVE che parafrasando un testo di Giorgio Gaber potremmo chiamare "Libertà è...partecipazione": mi assumo di fatto l'organizzazione. Il luogo è fantastico...all'aperto...libero...fuori dagli schemi e partecipativo, ma vorrei restasse una sorpresa per tutti. Potremmo insieme salutare l'estate che entra dopo questa prima e positiva fase di Cinequale, lasciandoci con un arrivederci alle prime foglie ingiallite...
      Aggiungo che mi farebbe piacere sapere della tua adesione alla proposta dell'evento del 29 giugno all'Auditorium per "La notte della taranta": ti posso assicurare che sarà veramente una serata all'insegna dell'energia più pure ed antica, attraversata da artisti di fama internazionale che hanno fatto del loro amore per la musica una ragione di vita e di ricerca.
      A presto, cara Paola

      Carla

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  3. Ciao Pier,
    prima di tutto vorrei dire che le serate del cineforum sono state piacevoli ed interessanti allo stesso tempo. Anche io ho apprezzato la scelta dei film, la compagnia e il modo in cui hai condotto le serate.
    Tornando al cinema che aiuta a vivere, ritengo che la condivisione ed il confronto possano essere buoni stimoli per una crescita. Che si parta dal cinema, dai libri, dalla storia, dalla filosofia o da qualsiasi opera, è il processo di lettura personale e successiva condivisione che rendono la fruizione dell’opera “utile” sul piano della vita concreta.
    Ovviamente come hai detto anche tu, non dobbiamo dimenticarci che il cinema ci deve aiutare a vivere e non deve vivere per noi. Penso che questa regola sia valida per tutte le arti e le discipline, sia che le si approcci come fruitore sia che le si approcci come attore.
    Per rispondere alla tua domanda, penso che il cinema nella modalità in cui lo abbiamo condiviso mi abbia aiutato a leggere meglio la mia situazione personale e ritengo che questo sia il primo passo per poter vivere meglio…
    Ciao
    Gianpiero

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    1. Caro Gianpiero, ti ringrazio per quello che mi hai scritto e mi fa piacere constatare che lo spazio del cineforum sia stato per te costruttivo...
      Concordo con quello che dici, è la condivisione il valore aggiunto, ciò che può dare spessore ad un'iniziativa come questa. E infatti la proposta di Cinequale si fonda in un certo senso sull'uso "strumentale" del cinema (è un termine eccessivo ma penso possa rendere l'idea). Quindi, come dici tu, si può anche prendere spunto da altre forme d'arte o da altre discipline... Per questo ho scritto quest'articolo, proprio per avere un riscontro concreto...ed eventualmente per trarre dalla condivisione (stavolta sul web) nuovi spunti di percorso...
      Ciao

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  4. Caro Pier,
    Il cinema quando è vera arte ci aiuta a vivere meglio ; il problema è “siamo disposti a vivere meglio?”.
    Quello che certamente ha una validità è la condivisione che scaturisce dal confronto: ognuno apre all’atro nuove prospettive . Il film diventa strumento di apertura mentale oltre al suo valore intrinseco artistico-culturale.
    Vivere bene è “essere in armonia”.I nostri incontri e CINEQUALE ci possono dare spunti per rimettere in moto circuiti virtuosi in noi sopiti.
    Ciao Pietro

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    1. Caro Pietro, concordo sul valore aggiunto del confronto e mi fa piacere constatare anche da parte tua un riscontro positivo...
      Ritengo che tu abbia colto un punto fondamentale: spesso "non vogliamo" stare meglio, nel senso che magari ci rendiamo conto di alcune cause dei nostri malesseri ma non siamo disponibili a mettere in discussione la struttura delle nostre vite...A tal proposito - tanto per rimanere in tema di spunti tratti dall'arte ma cambiando territorio - negli ultimi mesi mi è tornata più volte in mente una celebre canzone di Battiato degli anni '80, "Un'altra vita"...il messaggio è molto semplice e diretto...e se avesse ragione?...

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  5. Sono passati quindici giorni da quando vi ho inviato l'articolo. Ho aspettato prima di rispondere per dare tempo a chiunque volesse di commentare e poi riprendere i singoli discorsi in sincrono (come ho fatto ieri) ed eventualmente trarre dai contributi qualche spunto per un nuovo articolo sulla stessa falsariga del primo. Due settimane mi sembra il tempo giusto, ormai non mi aspetto più altri interventi (anche se non si sa mai). Questo è stato anche un modo per movimentare il blog e cercare una maggiore interattività. Vi ringrazio tutti per la partecipazione. A presto

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  6. Salve a tutti, veramente vorrei anche io dare un altro piccolo contributo sulla tematica in discussione, ma ahimè non ho trovato realmente un piccolo ritaglio di tempo. Voglio farlo entro questo week end. Mi aspettate ? Vi ringrazio anticipatamente.

    Carla

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    1. Certo che ti aspettiamo... A presto!

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  7. Già in un mio precedente commento inserito nel blog, ho affermato a tutti i fans di Cinequale che mi sono ritrovata in una qualche misura “cambiata” rispetto ad un comportamento abituale precedente il percorso del cineforum sul “cinema che aiuta a vivere”.
    Ma ora volevo inserirmi piuttosto nella scia dei preziosi, spontanei ed efficaci commenti, che sottolineati sempre dall’abilità e dalla sensibilità del nostro Pigmalione cinematografico, hanno da soli confermato che la comunicazione, la condivisione, il mettersi in gioco anche con le proprie riserve ed i propri limiti non può che produrre un alleggerimento delle nostre problematiche interiori; far sorgere anche solo il dubbio che strumenti come l’arte e tutte le sue espressioni, proprio perché posizionate al-di-fuori del nostro io, possano essere reintroiettate e declinate in una dimensione strettamente personale costituisce una valenza positiva da coltivare, sulla quale allenarci con piccoli esercizi pratici, giorno dopo giorno, e credo che senza accorgene (sperimentato personalmente) riusciremo a scalfire le pareti dei nostri sbarramenti falsamente difensivi, sentendoci poi un po’ più liberi di scegliere.

    Carla

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  8. Cara Carla, ti ringrazio per i complimenti e per la testimonianza. In quello che hai scritto trovo un'ulteriore spinta a procedere. Questo progetto per me ha un senso proprio nella condivisione, per questo ho scritto un articolo in prima persona e che si pone direttamente come verifica, a diversi mesi dall'avvio di Cinequale.
    Quello che trovo interessante è la possibilità di far diventare l'arte "strumento" concreto al servizio della vita. In questo senso sto ricercando nuove strade espressive per mettere in circolo l'energia vitale in una direzione sempre più effettiva.
    Questa nuova rubrica, che ho chiamato "Spunti", la vedrei dedicata proprio a questo tipo di scambio più diretto, alla verifica, alle testimonianze e ad eventuali proposte di nuove modalità di condivisione o di eventi concreti in cui eventualmente metterrci in gioco.
    Accolgo quindi con interesse la tua proposta di allargare gli orizzonti di Cinequale alla letteratura ed alla musica. Si potrebbe iniziare proprio da questo spazio web, dedicando due apposite rubriche "extraterritoriali" alle forme d'arte citate. A presto

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    1. Caro Pier, accolgo positivamente il tuo assenso a dare spazio a due aree dedicate "extraterritoriali": musica e letteratura. Soprattutto la prima è da sempre una mia grande passione e compagna consolatrice proprio nei momenti in cui vivere è stato più difficoltoso.
      Cercherò quanto prima di dare un'ossatura, non certo accademica, a questi spazi e di avere non solo il conforto ma soprattutto la partecipazione di tutti i fans di Cinequale.

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    2. Mi fa piacere! Procediamo quindi con queste nuove aperture... Ci aggiorniamo al più presto per dare forma concreta alle rubriche

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  9. Carissima Carla devo dire che ho sentito la tua mancanza. Sei sempre riuscita a mettermi di buon umore e a farmi fare una bella risata, e Dio solo sa quanto c'è bisogno di leggerezza. Condivido i vari aspetti che sono stati delineati da molti di voi in questo post, ma ultimamente la realtà che mi/ci circonda non mi fa più gustare un film o un evento come prima, e quel desiderio di evasione che ho sempre avuto (anch'io convinta che ognuno di noi, chi più chi meno,il più delle volte abbia preferito farsi scivolare addosso la realtà piuttosto che affrontarla, perchè consolatorio, anestetizzante...)si è affievolito. Ho trovato begli spunti e incoraggiamenti dalla visione di alcuni film, e ne sono grata anch'io, ma al momento sono alla ricerca di uno spunto per vivere che venga dalla realtà vera che non mi fa fare sonni tranquilli da mesi. Ecco anche il motivo della mia latitanza da questo forum, che comunque seguo e leggo sempre con interesse. Mi scuso di non riuscire a dare più contributi ma al momento la parte più emotiva di me è bloccata e demoralizzata, e comunque concentrata su altri fronti. Mi piacerebbe rivederci un po' tutti, vecchi eh eh eh, e nuovi, e perchè no tutti assieme il 29 giugno!! Buona giornata a tutti.

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    1. Ciao Angioletta,
      anche tu e Davor mi mancate....Del resto lo scorrere della vita è come un pentagramma dove si alternano note acute, basse, arpeggi e note cupe. Il tempo di una nota, per quanto a lungo possa tenere....poi passa e questo è quello che ci consola.Sono contenta che continui a seguire e leggere le "nostre vicissitudini" sul blog e non per narcisismo, ma per quanto puoi prendere di utile e lenitivo. Nel rispondere a Paola ho invitato per un saluto all'estate tutti i fans di cinequale in un luogo che poi Pierfrancesco vi svelerà ed anche il 29 giugno alla "Notte della taranta" all'Auditorium. Dai, aderite all'evento, così mi affretto per i biglietti e insieme alla musica e ai balli possiamo esorcizzare tutti i "morsi del ragno" che ci vorrebbe indebolire e rendere prigionieri !!!
      Un affettuoso abbraccio

      Carla

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    2. Cara Angela, penso di immaginare a cosa alludi quando parli della realtà che ci circonda che non ti fa fare più sonni tranquilli...è comprensibile che tu non trovi molto da esprimere in questo periodo sul cinema e affini perché, da quello che dici, ti stai appunto concentrando su altro...magari è la stessa spinta esistenziale che ha semplicemente preso un'altra forma...credo di capire il tuo desiderio di trovare direttamente nella realtà degli spunti, senza passare attraverso l'arte...lo stesso articolo l'ho scritto spinto proprio dal desiderio di calare ancor di più nella realtà le suggestioni provenienti dal cinema o dall'arte...il fine che abbiamo penso sia comunque quello di cercare di vivere meglio e ognuno ci prova a modo suo...per questo ti ringrazio della tua condivisione, nei confronti della quale sento di esprimerti la mia partecipazione emotiva...a questo punto mi ricollego al tuo invito ed alle proposte di Carla: rivediamoci tutti assieme e magari "rimescoliamo" le nostre esperienze, nella loro differenza e varietà! Per la serata "live", concepita da Carla per salutare l’estate, proporrei venerdì 22 giugno...
      A presto quindi! Un abbraccio

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