28 agosto 2012

FILM AL CINEMA - "La congiura della pietra nera" ("Jianyu") di Su Chao-Bin e John Woo

Wuxiapian di pregevole confezione, con sequenze d'azione sapientemente coreografate, attori in gran forma e un buon ritmo narrativo. I dialoghi rimandano frequentemente alla filosofia buddhista senza che per questo la vicenda assuma i contorni di una parabola a sfondo spirituale: nel complesso queste citazioni si inseriscono coerentemente come sfondo culturale di una trama d'azione ambientata nella Cina del V secolo.
Gli ingredienti già visti in altri prodotti analoghi (da "La tigre e il dragone" di Ang Lee a "Hero" o "La foresta dei pugnali volanti" di Zhang Yimou) ci sono tutti: storia d'amore estrema con tendenza al melodramma, violenza tanto stilizzata quanto comunque brutale, intrighi di potere e aspirazioni alla libertà. Ma rispetto ai titoli citati, il film di Su Chao-Bin (supervisionato dal maestro dell'action hongkonghese John Woo) mostra una maggiore apertura alla speranza e all'ottimismo. Lo spirito tradizionale si sente ma con qualche aggiornamento alla contemporaneità (e forse a Hollywood?).
Può essere un film adatto allo spettatore che cerca soprattutto l'evasione spettacolare e non viene disturbato da qualche scena di violenza un po' cruda. Anche se la storia raccontata può offrire una chiave di lettura alla fin fine fondamentalmente costruttiva.
Pier

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