7 agosto 2012

LETTERATURA - "La vita accanto" di Mariapia Veladiano

Un libro soffiato, quasi impalpabile come un velo trasparente e leggero, estremamente raffinato nello stile linguistico, elemento letterario - questo - difficilissimo da trovare oggi. La Veladiano, laureata in teologia, è alla sua opera prima a 50 anni; sembra strano eppure è riuscita ad esprimere in quest’opera tutta la freschezza e soprattutto la delicatezza di un’adolescente ferita a morte dalla vita. Una vita dove una bambina già sa che per la sua bruttezza non potrà "dire i propri desideri" perché conosce solo quelli che può permettersi.
La lettura si beve in un attimo, rapiti da un’atmosfera ondivaga tra sogno e realtà, tra pietà e fierezza. E' commovente nella sua pietà sospesa che scende in terra alla fine e si trasforma in conquista dell’io, quello intimo e nascosto, mai rivelato ma che riesce ad esprimersi liberamente nei tocchi delle piccole dita, quando sfiorano i tasti di un pianoforte dove il bianco e il nero scandiscono perfettamente il buio e la luce di questa esistenza sofferta ma tenacemente conquistata e quindi goduta.
Il filo della narrazione si evolve sempre in una dimensione onirica che rappresenta la connotazione specifica di questo libro perché riesce a trasfigurare la terribile realtà della bruttezza in un disegno quasi divino, dove appunto la volontà interiore riesce a raggiungere nella realizzazione del sé l’appagamento delle migliori aspirazioni.
Carla Costanzi


1 commento:

  1. Il libro non mi è dispiaciuto ma neanche mi ha entusiasmato come nel tuo caso. E' vero che l'autrice ricerca uno stile poetico ma non lo definirei così scorrevole, anzi trovo mi abbia appesantito un po' la lettura. Il messaggio che lascia è fondamentalmente costruttivo ma non ci ho trovato tutto quello che descrivi nel tuo articolo...Resta cmq un romanzo che ho apprezzato

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