31 agosto 2012

SPUNTI - Perché partecipare al Festival di Venezia?


Anche nel 2001 il Festival di Venezia si inaugurò il 29 agosto: alle ore 21:00 con il film "Dust", un western drammatico prodotto da Domenico Procacci - ai suoi inizi - per la regia di Milčo Mančevski; con una piccola differenza per me rispetto ad oggi. Ero seduta in platea nella Sala Volpi, catapultata in un mondo per me sempre affascinante, ma dal quale, come i più, ero restata sempre fuori.
Ovviamente partecipare al Festival può ricoprire i più svariati significati: vedere da vicino i personaggi internazionali dello star system, entrare in una full immersion di visioni cinematografiche che spaziano dal documentario alle opere prime, tentare di comprendere le dinamiche che si mettono in atto dalla conclusione della post-produzione del film alla sua proiezione nelle sale (che spessissimo compromettono la diffusione di molte opere), per finire alle conferenze stampa che entrano nel merito dei più svariati temi risuardanti il mondo cinematografico.
Quella volta per me fu un’esperienza straordinaria soprattutto per la valenza emotiva che ha ricoperto: cinque giorni pieni spesi dalle 10 di mattina alle 23 circa entrando ed uscendo da una sala ad un'altra, sempre in compagnia di un taccuino dove annotavo sia i miei spostamenti che il riassunto delle pellicole viste. Ero in compagnia di due amiche, di cui una nota produttrice italiana, che però spesso lasciavo al rispetto delle loro agende di impegni, per godere da sola di dosi massicce di adrenalina.
Ogni visione di film, indipendentemente dal valore artistico che riveste, genera un effetto eco per il contesto nel quale si attua. Quest’anno, per effetto di Cinequale, mi sono sentita attratta particolarmente da questo Festival e lo sto seguendo su RAI Movie, sulla rubrica Cinematografo, su IRIS, su Internet e sulle rubriche giornalistiche dedicate all’evento. Ha risvegliato in me il desiderio di tornarci magari il prossimo anno, magari insieme a qualche amico di Cinequale, magari condividendo tra noi un’esperienza insolita per chi è appassionato di cinema – ve lo posso garantire – soprattutto perché la maggior parte dei film, che almeno a Venezia hanno una marcata visibilità, rischiano all'inizio stagione di scomparire dalle sale cinematografiche, per l'unico ed inappellabile diniego di una distribuzione miope e attestata solo su un marcato profitto commerciale. Pensateci, abbiamo parecchio tempo ancora davanti a noi prima dell’arrivo della 70° edizione del Festival!
Carla Costanzi

5 commenti:

  1. Interessante testimonianza. Pensa che io, pur essendo laureato in storia e critica del cinema, non sono mai stato ad un festival. Detto sinceramente: non me ne sono mai sentito attratto. Non che voglia togliere nulla all'importanza di queste manifestazioni, che tu hai ben evidenziato. E' proprio un discorso di approccio personale. Innanzitutto non credo di essere mai stato incline ai grandi eventi, soprattutto mondani. Inoltre, tutto ciò che orbita attorno all'opera ha sempre avuto per me una valenza relativa. E questo soprattutto oggi che, con Cinequale, mi accosto ai film e li propongo anche agli altri fondamentalmente come "strumenti" per un dialogo esistenziale. E' ovvio che la componente storico-critica in tal caso lascia spazio ad altro. Certo, dovendo preparare una presentazione su un film o un autore, ci si documenta su eventuali premi e festival.
    Detto questo, gli spunti che hai proposto, oltre ad essere indubbiamente centrali per chi si occupa di cinema da un punto di vista estetico, possono comunque arricchire qualsiasi fruitore o appassionato, quindi ben vengano! Personalmente non mi sento particolarmente attratto dall'idea di assistere alla passarella delle star o di fare una full immersion filmica dalla mattina alla sera (non credo che in questo periodo "mi aiuterebbe a vivere" starmene tutto il giorno chiuso in un luogo artificiale). Ma la possibilità di vedere un film interessante che non verrà mai distribuito o di partecipare ad un convegno su un tema stimolante...questi magari potrebbero essere anche per me oggi dei motivi di richiamo.

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  2. Grazie Pier per aver condiviso questa eventualità di partecipazione ai Festival, in ragione soprattutto di film che non entrando in distribuzione, resterebbero al di fuori di qualsiasi considerazione magari utile - per noi di Cinequale - per un dialogo esistenziale.
    Tanto per citarne già due, non potremo mai vedere due corti presentati nella prima e seconda giornata a Venezia: Convitto Falcone di Pasquale Scimeca e Monicelli: la versione di Mario di Wilma Labate e Annarosa Morri, che dai trailer passati su Rai Movie, potrebbero essere sicuramente interessanti, specialmente il primo.
    Ho pensato quindi, se anche gli amici e fans di Cinequale fossero d'accordo, di approfittare della prossima Mostra Internazionale del Cinema di Roma, che tocca la settima edizione dal 9 al 17 novembre 2012, per predisporci a visioni e discussioni ad hoc.
    Vi terrò informati sulla organizzazione della rassegna, prezzi ed eventi speciali.

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  3. Ad ognuno la sua specificità!...a te la gestione della sezione "Festival" di Cinequale :) Iniziamo quindi da quello di Roma, magari verificando le eventuali adesioni...a presto

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  4. Ciao Carla, devo dirti che idea mi piace, magari per noi è più fattibile quello di Roma ma anche Venezia ci tenta. Emina e Silvio

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    1. Carissima Emina, mi fa piacere che sia tu che Silvio potreste essere interessati alla Mostra Internazionale del Cinema di Roma. Appena rientrerò a Roma mi interesserò sia sulle modalità di acquisto dei biglietti sia per il programma. Posso già anticiparvi che ci sarà una sezione "Prospettive Italia",composta da 14 lunghi e 7 corti dedicata esclusivamente al cinema italiano. A presto cari amici!

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