21 agosto 2012

FILM AL CINEMA - "Un amore di gioventù" ("Un amour de jeunesse") di Mia Hansen-Løve

L'amore adolescenziale tra Camille e Sullivan che Mia Hansen-Løve ritrae in una cornice pittorica di bucolica bellezza: una tematica universale e una trattazione che risente sia di Rohmer che di Truffaut (Camille sembra a tratti specchiarsi nel volto di Antoine Doinel). Un racconto di iniziazione segnato in ogni suo tempo, orchestrato come una sinfonia: adagio, forte, piano, cupo, roboante… Una grande storia d'amore adolescenziale dove in primo piano resta il "mal d’amore" che continua ad accompagnare Camille al punto da saperci convivere anche quando, crescendo, diventa l’amante del suo professore di architettura: un amore che ferma nel tempo i due interpreti. Non si evolvono negli anni: questo sembra l’effetto negativo di un sentimento che pur continua ad animarli ma senza far loro trovare una via d’uscita. E quest’idea è bene espressa dai corpi dei protagonisti che restano uguali a come erano all’inizio, adolescenziali.
Il conflitto di Camille riesce ad esprimersi metaforicamente anche nell’alternanza dei contesti ambientali, la città e la campagna: la prima la soffoca, la riporta nella depressione più avviluppante, mentre la seconda le dona un'apparente risoluzione dei suoi affanni. La fotografia ed i colori sembrano ispirarsi ai canoni della pittura impressionista: i verdi degli alberi, dell'acqua dei fiumi, il giallo del sole e del fieno, la trasparenza del vento…
"Là dove la vita alza un muro, l’intelligenza apre una breccia" sostiene Proust ne "Il tempo ritrovato", indicando come sia nella natura dell'uomo lo spirito di sopravvivenza. E Camille nella sua follia d’amore trova una via d’uscita attraverso il razionalismo della forma - il suo interesse per l’architettura - che non riesce a risolvere comunque l'eccessiva dilatazione di questo sentimento, di cui è rimasta impregnata solo una memoria percettiva che la condanna per sempre all'età adolescenziale.
Un film che parla d’amore, di tanto amore, di troppo amore: quando l’amore diventa malattia non aiuta certo a vivere. 
Carla Costanzi

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