23 gennaio 2016

FILM al cinema - "Assolo" di Laura Morante

Vera chicca nel panorama cinematografico attuale italiano, il secondo film diretto da Laura Morante merita davvero di essere apprezzato e gustato anche dal pubblico più esigente.
Ottimamente scritto, diretto ed interpretato (si sente ovunque la mano attenta ed il tocco sapiente di chi è avvezzo al cinema di qualità nostrano e non), Assolo mette a nudo gran parte del mondo femminile di oggi, in cui è difficile non riconoscersi, intriso di incertezze sottili, difficoltà interiori, insicurezze costanti, tutte di origine squisitamente affettiva. Proprio per questo la sua protagonista (Flavia, interpretata dalla stessa Morante, costantemente presente in ogni scena) strappa più di un sorriso - e talvolta anche qualche momento di profonda partecipazione - per l’umana fragilità che manifesta, quasi vergognandosene, con un’immediatezza cosi genuina che fa di lei una donna normalmente e naturalmente imperfetta. Ci vorrà tempo perché lei se ne accorga e ne percepisca tutto l'irrinunciabile significato. Infatti il confronto con le altre figure femminili che accompagnano il suo quotidiano sempre in bilico (le nuove compagne di vita dei suoi ex mariti, l'amica fidata ancora in balia di un rapporto finito) pare, all'inizio, sminuirne il valore ma, anche grazie al valido supporto terapeutico di un'efficiente analista (la bravissima Piera degli Esposti), ben presto Flavia scoprirà i contorni della sua esistenzialità per poi imparare a sviscerarne anche i contenuti più reconditi ed autentici. In questo modo, la vera solitudine che la attanaglia (ossia quella dell'anima) darà modo alla sua vera identità di concedersi, consentendole di esprimersi per ciò che è, nella pienezza di pregi e difetti naturali e diffusi, emancipandola da una duratura quanto inutile schiavitù affettiva che, a ben vedere, non le è forse mai appartenuta veramente. 
Molte le piccole trovate che rendono piacevole la visione del film (dalle gag divertenti alle battute intelligenti ed accattivanti) e la capacità interpretativa di tutti gli attori (uno fra tutti, Marco Giallini) completa una rappresentazione scenica di classe (dai tratti quasi teatrali), in cui il ritmo ben calibrato non si perde mai. Anche se lo spirito dell'opera è tipicamente femminile, il pubblico maschile potrà comunque rimanere piacevolmente colpito dalla sua proiezione.
Film dunque sicuramente da non perdere per la qualità e lo spessore, cinematografico e non solo, che esprime a tutto tondo. Forse però non del tutto adatto a donne - non solo cinquantenni - ancora troppo irrisolte.
AleLisa

1 commento:

  1. Rispetto al suo film d’esordio “Ciliegine”, Laura Morante stavolta convince meno. I temi sono simili - dalla vicenda al femminile fino allo sfondo psicologico - ma il tono è più ambizioso e proprio questo aspetto penalizza la riuscita complessiva. Gli inserti onirici sembrano un po’ pretestuosi, come anche certe modalità di regia adottate nel metterli in scena; la narrazione procede affastellando numerosi quadretti ma la sensazione che si ha è che la somma sia minore delle parti. Nel complesso si tratta comunque di un’opera gradevole e con spunti interessanti, che forse non dice nulla di troppo nuovo o originale, che a volte dà magari l’impressione di durare un po’ troppo ma che riesce a far sorridere su alcune difficoltà esistenziali della società occidentale contemporanea.

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