23 gennaio 2016

FILM al cinema - "Il ponte delle spie" ("Bridge of Spies") di Steven Spielberg

Ancora una volta Steven Spielberg sforna un bel lungometraggio in grado di catturare per due ore di fila l'attenzione dello spettatore. 
Facile da seguire, ottimamente girato e recitato (Tom Hanks è una garanzia), il film tira dritto fino al suo epilogo senza grossi scossoni e con qualche sbavatura qua e là. Spielberg, infatti, non sbaglia la storia (avvincente e ancora attuale) ma in una certa misura il racconto che ne trae, il quale, per quanto articolato, risulta un po' troppo lineare, con inevitabili ripercussioni sulla suspense. Pare quasi non sentirsi affatto la mano dei fratelli Coen, sceneggiatori dell'opera assieme a Matt Charman.
Ciononostante, Il ponte delle spie è comunque gradevole, adatto ad un'ampia platea di giovani e meno giovani anche per il tessuto psicologico che caratterizza i personaggi e lo svolgimento dei fatti, questi ultimi mai troppo dettagliati eppure ben resi con tratti realistici. Insomma, siamo di fronte ad un registro già noto, tipico di Spielberg, non troppo appassionante ma comunque interessante e, a suo modo, di evasione. 
Ciò che convince di più è il significato del film. La giustizia non ha confini e non fa differenze - ovunque debba essere applicata e a chiunque sia destinata - e chi opera nel suo ambito può fare veramente la differenza se ispirato dai suoi principi fondanti ed universali.
AleLisa

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