16 marzo 2017

EXTRATERRITORIALI - Coincidenze

Spesso, molto spesso, il destino agisce come subdolo e latente demiurgo delle umane sorti, mettendo in collegamento fatti, uomini e storie con impensabili e imperscrutabili legami. La ricerca e la scoperta di queste “segrete connessioni” o fanno emergere il sospetto di un arcano, insospettabile e folle progetto superiore oppure fanno rabbrividire per l’incredibile serie di fortunose e imprevedibili coincidenze. 
In un'afosa giornata di luglio del 1928, il 26 per l’esattezza, nella città di Venezia, affollata come oggi da turisti provenienti da tutto il mondo, viene denunciato il suicidio di una donna. È straniera, coniugata con un italiano e dopo poco tempo viene identificata come la figlia di uno scrittore austriaco di origine ebraica di successo: Arthur Schnitzler. 
In quello stesso giorno, a migliaia di chilometri di distanza, nella comunità ebraica di Manhattan a New York un medico ebreo, immigrato ed anch’egli di origine austriache, festeggia con la moglie, anch’essa ebrea ma di origini statunitensi, la nascita del loro primogenito. 
Nella laguna intanto si cerca di avvisare il padre della suicida, il quale, alla notizia devastante della morte della sua amatissima figlia, subirà un colpo tremendo tale da fargli ammettere in seguito: "Quel giorno di luglio la mia vita si è conclusa. Gli altri non lo sanno e talvolta non lo so neanche io". Sopravvivrà pochi anni (tre per l’esattezza) per morire, questa volta anche fisicamente, di un ictus in un ospedale di Vienna. 
A Manhattan invece il bambino verrà registrato presso i locali uffici dell’anagrafe con il nome di Stanley. Stanley Kubrick. 
Dieci anni dopo, in Unione Sovietica, un talentuoso pianista - anch’egli di origine ebraica - di nome Dmitrij Dmitrievič Šostakovič componeva una straordinaria suite per orchestra jazz n. 2. 
Quando, moltissimi ani dopo, il pluripremiato e famosissimo regista Kubrick decise di realizzare un film tratto da una delle ultime opere di Arthur Schnitzler Doppio sogno, scelse come colonna sonora proprio la suite per orchestra jazz n. 2. Amante della musica classica e del jazz trovò in queste note qualcosa di incredibilmente trascinante e ammaliante, capace di trascinare lo spettatore del suo ultimo capolavoro Eyes Wide Shut (USA/GB 1999) in un’atmosfera surreale e onirica. Come l’autore del racconto a cui si ispirò, morirà poco dopo averlo creato.
Danilo Giorgi

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