9 marzo 2017

FILM al cinema - "Caro Lucio ti scrivo" di Riccardo Marchesini

Non un documentario né un musical bensì un’opera che si propone di tradurre nel linguaggio cinematografico lo spirito di alcune canzoni di Lucio Dalla. Lo spunto è quello di una serie di lettere a lui indirizzate da personaggi che si sono riconosciuti nei suoi testi; una postina ne legge il contenuto e da ognuna di esse prende avvio un episodio, associato ad un celebre pezzo del cantautore bolognese.
Il film di Riccardo Marchesini (tratto dallo spettacolo teatrale di Cristiano Governa) racconta una serie di storie con un approccio minimalista unito ad un esplicito gusto retrò: la maggior parte sono ambientate in un recente passato, anche se sembrano situarsi ancora più addietro nel tempo, mentre quelle che si svolgono al presente sono comunque intrise di un'atmosfera che sembra temporalmente sospesa. Il clima evocato è quello intimo dello scorcio, del quartiere, del dettaglio di vita ordinaria, con il calore di quest'intimità che prevale sull'eventuale disagio rappresentato: perché il tono è volutamente diversificato, nell'alternanza tra gli episodi più solari e quelli maggiormente connotati dalla malinconia.
Questi ritratti sono tratteggiati con estrema cura unita alla delicatezza di tocco, in cerca della poesia del quotidiano, dalla parte del vissuto dei semplici, fermandosi sempre prima di scivolare nella retorica del bozzettismo. E infatti restano nella memoria, anche grazie alla leggerezza ed alla sensibilità dell'approccio. Si sente l'amore per i personaggi come per gli ambienti (Bologna ovviamente...ma anche Milano, Berlino e Comacchio).
Nella sua semplicità, la messinscena risulta estremamente evocativa: dalla scelta delle location all'uso della fotografia (spesso virata per accentuare l'effetto vintage), dalle modalità di regia (incentrate più sul ritmo del montaggio che sui movimenti di macchina) all'espressività degli attori.
Pier

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