27 settembre 2012

CINEFORUM - “Il sarto di Panama” (“The Tailor of Panama”, USA 2001) di John Boorman


5 commenti:

  1. Nel corso della condivisione si è posto il problema dell'uomo come animale che vive ancora di istinti.
    La mia affermazione che l'uomo non è più dominato dagli istinti, che la ragione e la presa di coscienza dell'essere ,ha portato una maggiore indipendenza dal dominio della natura, ha sollevato molte obbiezioni.
    Nell'uomo possiamo parlare di pulsioni e non di istinti.
    Di seguito riporto alcuni argomenti per meglio spiegare la mia tesi.
    Baci saluti a tutti Pietro

    pulsióne s. f. [dall’ingl. pulsion, che è dal lat. tardo pulsio -onis «lo scacciare»]. – Spinta, impulso.
    2. Con sign. fig., in psichiatria, p. endogena, la spinta che deriva da processi psichici che comportano bisogno, appetizione, volizione. In psicanalisi, processo dinamico traspostosi nella psiche da un’origine somatica, vitale, esistenziale, ma, quanto alla meta, e a differenza dell’istinto, non rigidamente e univocamente determinato: p.sessuale, distinta dall’eccitamento sessuale come evento fisiologico, è presente in varie forme a seconda della fase libidica in cui si manifesta (v. anche orale, anale,fallico e genitale); p. di vita, le pulsioni sessuali e la tendenza all’autoconservazione intese come manifestazioni del «principio del piacere» (v. piacere1, n. 1 c); p. di morte, in contrapp. alla pulsione di vita, controversa nozione che esprime la tendenza al regresso totale, in base al «principio del nirvana» (v. nirvana), da qualsiasi stato di tensione alla precedente stasi e quiete.

    Istinto

    Il termine istinto (dal latino instinctus, derivato di instinguere, "eccitare"), originariamente utilizzato in ambito biologico, indica un comportamento ereditato, proprio di una specie animale, che varia poco da un individuo all'altro, si svolge secondo una sequenza temporale, è quasi non suscettibile di alterazioni e cambiamenti ed è sempre rivolto verso una precisa finalità.

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  2. (segue)
    Spesso confusa, erroneamente, con l'istinto, la pulsione va intesa come un processo dinamico, caratterizzato da una spinta che si presenta sotto forma di carica energetica; questa orienta l'organismo umano verso una meta che rappresenta l'azione di scarica o di soddisfazione della tensione. Ha la sua origine in uno stato di eccitazione interno all'organismo, denominato fonte, e ha l'obiettivo di sopprimere tale tensione cercando il suo soddisfacimento attraverso un oggetto, cosa oppure persona, che è da considerarsi il bersaglio di tale azione. La pulsione sarebbe la rappresentazione psichica di stimoli che sorgono all'interno del corpo, attraverso i sensi e i bisogni fisiologici, e che pervengono alla sfera psichica provocando una situazione di tensione che richiede un immediato soddisfacimento. In questo tentativo, tuttavia, secondo S. Freud, l'organismo trova ostacoli e contrapposizioni che, in termini psicologici, possono essere spiegati come controforze che impediscono lo scaricarsi delle tensioni. Mentre gli impulsi avrebbero un'origine biologica, interna all'organismo, le forze che li contrastano originerebbero da influenze esterne. Freud intese le pulsioni come una linea di confine tra lo psichico e il somatico, considerando quindi, nella loro elaborazione, sia la componente legata alla manifestazione fisica, in termini di energia che proviene dal corpo, sia la relazione con i fenomeni psicologici che ne risultano. È infatti importante precisare che i primi teorici della psicoanalisi ebbero un approccio ancorato ai principi e ai concetti propri delle scienze naturali, cercando così di spiegare la vita mentale come il risultato di processi fisiologici. Quando Freud parla di pulsione, non vuole tanto riferirsi alla risposta motoria (che è invece fondamentale e implicita nel concetto di istinto), ma allo stato di eccitazione a livello mentale che si instaura in seguito a una stimolazione. La risposta motoria che è conseguente allo stato di tensione non è immediata e immodificabile, ma deve venire a patti con una componente della mente umana, l'Io, la quale consente di modificare l'impulso a seconda delle esigenze della realtà esterna e dell'importanza che rappresenta per l'individuo (Brenner 1957). Freud arrivò a parlare di pulsioni quando capì, attraverso la sua esperienza clinica, che la maggior parte della vita psichica dell'uomo non avviene a livello di coscienza, bensì a livello di interrelazione tra gli aspetti di consapevolezza e ciò che caratterizza il mondo inconscio, sede appunto dall'azione pulsionale.

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  3. Ciao Pietro, ho un paio di domande sul tuo intervento. Da dove provengono le citazioni? I passi su pulsione e istinto sembrano infatti presi da qualche testo. Inoltre la parte successiva del commento - quella che analizza più dettagliatamente il concetto di pulsione - non mi è chiaro se sia a sua volta una citazione o meno.

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  4. Le prime due sono definizioni,non citazioni, tratte dal vocabolario Treccani .L'analisi è tratta dall'enciclopedia Treccani sotto la voce approfondimenti di Liliana Zani Minoja.
    Abbracci e baci Pietro

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  5. Caro Pietro, rispetto alla condivisione del cineforum di Testaccio, posso ovviamente risponderti solo per quello che mi riguarda.
    La precisazione che hai fatto può essere utile a chiarire meglio i contorni del discorso perché in effetti a volte si può fare confusione proprio nell'uso della corretta terminologia e questo può risultare di ostacolo alla comprensione reciproca.
    Riguardo al tema del cinefoum concordo sulla distinzione, infatti ho spesso usato il termine pulsione distruttiva e non istinto.
    Per quanto riguarda il momento del dibattito al quale fai riferimento ti rispondo che, secondo me, nell'essere umano, oltre alle pulsioni, sussistono anche degli istinti. Al di là delle sottigliezze terminologiche poi, quello che ho provato a comunicare quella sera come mio personale punto di vista è che il contrasto e le polarità presenti nella natura per come la conosciamo si riflettano nell'interiorità umana. E questo l'ho proposto come un possibile spunto di riflessione sul quale poter condividere, nell'ambito del cineforum, le conclusioni di ognuno. In quel primo incontro ciò non è avvenuto perché ha prevalso la pura e semplice contrapposizione di opinioni, con esiti di rigidità e chiusura reciproche. E' una possibilità che può verificarsi per quanto credo siamo tutti d'accordo nel considerarla ben poco costruttiva...però come si suol dire, fa parte del gioco... Speriamo che la prossima volta si riesca a condividere maggiormente! :)
    Un abbraccio a te

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