11 settembre 2012

FILM AL CINEMA - "Madagascar 3 - Ricercati in Europa" ("Madagascar 3: Europe's Most Wanted") di Eric Darnell, Tom McGrath e Conrad Vernon

Rispetto ai primi due capitoli della saga (entrambi riusciti) questo terzo episodio non delude e si rivela, nel migliore stile Dreamworks, una fiaba contemporanea completa, in grado di divertire ed al contempo di lasciare un messaggio ispirante. Il racconto procede a briglia sciolta, infischiandosene completamente di qualsiasi parvenza di verosimiglianza, tra vuoti narrativi e scarti temporali: ma chi se ne importa? Il bello del cartoon è proprio questo: che ci proietta in un "altrove" dell'immaginario, lasciandoci liberi di fluire assieme alle immagini in un mondo fantasmagorico nel quale poterci nutrire di creatività e dare libero sfogo alla sete di avventura, tra sequenze vertiginose girate in puro stile action-movie, rimandi al western e momenti di comicità.
L'attenzione al disegno dei personaggi garantisce poi un'adesione emotiva immediata e completa: stavolta ai protagonisti degli altri due episodi si aggiungono i componenti del circo europeo (tra i quali spicca la tigre russa Vitaly) e l'implacabile cacciatrice di animali Chantel DuBois. E' proprio quest'ultima la caratterizzazione più interessante: una donna ostinata e combattiva, con il un fiuto di un segugio, una forza ed una resistenza quasi sovrumane, un carisma indiscusso presso gli uomini della sua squadra (al punto che riesce a risanarli cantando loro una canzone) ed animata dalle più perfide intenzioni. Insomma, una "cattiva" di spessore, personalità dominante rappresentata con un sottofondo di erotismo neanche troppo dissimulato. E, nei momenti dedicati al conflitto con lei e la sua squadra, la fiaba assume anche una dimensione catartica, pur non rinunciando mai all'ironia.
Il cuore del film resta l'elogio dell'amicizia e dell'ispirazione: è la passione che può animare un ideale come quello del circo di soli animali e questo spirito di iniziativa viene comunicato a dei professionisti dell'arte circense proprio da chi invece di quest'ultima non ne sa nulla ma si improvvisa esperto. Se l'esperimento riesce vuol dire che l'ispirazione può arrivare oltre i limiti di chi la concepisce: troppo idealista? Forse sì ma pur sempre di una favola si tratta e magari occorre non prenderla alla lettera... C'è poi un altro aspetto estremamente interessante: il dilemma del quartetto dei protagonisti tra la nostalgia degli agi della civiltà (nella quale sono cresciuti) e il richiamo della natura selvaggia (che hanno comunque sperimentato). Che ci si possa cogliere un fermento di quella scissione di fondo che l'uomo contemporaneo porta ancora con sé? Ancor più curioso è che questo anelito alla condizione naturale sia espresso così bene da un film realizzato completamente in modalità virtuale.
Pier

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