5 settembre 2012

LETTERATURA - "Il silenzio dell'onda" di Gianrico Carofiglio


Un libro molto discusso, terzo classificato al premio Strega 2012, personalmente l’ho trovato innovativo rispetto ai precedenti dello stesso autore, un esempio di svolgimento narrativo particolarmente scorrevole, avvincente ed elegante ma soprattutto un tema delicato e difficile da affrontare senza cadere in schemi banali e qualunquistici.
Un romanzo diviso in due parti che seguono rispettivamente le vite dei due protagonisti principali. Roberto, un ex-carabiniere che ha lavorato per molto tempo sotto copertura fino a quando il nesso tra la sua individualità ed i ruoli diversi svolti per lavoro si è incrinato, creandogli una frattura interiore dalla quale è difficile riprendersi e per la quale si sottopone a trattamento psicoterapico. Giacomo, un bambino di undici anni che vive più attraverso le sue divagazioni oniriche che nella realtà.
L’alternanza tra le due cifre stilistiche arricchisce il ritmo del romanzo che resta avvincente e controllato fino all’ultima pagina. Insieme agli altri personaggi, delineati con grande sensibilità umana, a far da sfondo questa volta c’è una Roma intima ed accogliente, che colora gli incontri e i dialoghi che si susseguono nella narrazione.
Anche in quest'opera si ritrova la nota caratteristica di Carofiglio riguardo la cura che mette nella descrizione degli aspetti psicologici dei personaggi, compreso lo psicanalista, riuscendo ad orchestrare scene e racconto con significativi momenti di silenzio. Nello svolgimento della lettura si avverte una musicalità diffusa, ritmata anche dalla citazione di alcuni brani, che stempera momenti di intensa sofferenza in grado di far tornare alla mente di ogni lettore attimi vissuti nella propria vita.
E l’onda? Una metafora per ricordarci che quando arriva l’onda può sommergerci, ma se prendiamo fiato e l’attraversiamo fino alla fine del tunnel o se possiamo scavalcarla scivolando sul dorso magari con una tavola, saremo salvi.
Un libro da segnalare perché prende dalla prima all’ultima pagina, si impone per uno stile fluido ed avvincente e fa bene all’anima, perché aiuta comunque a prendere coraggio, aspettare l’onda e ritrovarsi in alto, con il buio dietro di noi.
Carla Costanzi

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