21 dicembre 2011

FILM DI NATALE - "Babbo bastardo" ("Bad Santa") di Terry Zwigoff

Vi comunichiamo che abbiamo organizzato un cineforum dedicato al tema natalizio. L'incontro è previsto per il 25 dicembre alle h 20:30 in zona Testaccio con la condivisione del film "Babbo bastardo" ("Bad Santa") di Terry Zwigoff.

6 commenti:

  1. Ho capito la frase sulla T-shirt del ragazzino, "La merda capita solo se sei mezzo nudo" ovvero in bagno.
    Penso che il senso sia che è solo in bagno che non si possa fare a meno di farla capitare, nella vita bisogna agire/reagire per non finirci in mezzo.
    Come il ragazzino che prende a calci nelle palle il bulletto che lo perseguitava.

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  2. Inconfondibile il "tocco noir" della produzione fratelli Coen, anche se ho decisamente apprezzato il finale non a "schifio" tipico dei film che più li rappresentano...E infatti la frase sulla maglietta del ragazzino, che poi riassume il senso dell'evoluzione compiuta dal "Bad Santa", va decisamente contro quel cinema che esprime una profonda visione pessimista se non addirittura desolante della realtà, in cui l'uomo, non più artefice del proprio destino, si lascia docilmente, anzi passivamente, vivere dagli eventi, e quindi soccombe! Ho visto questo film lo scorso anno, ma solo quest'anno l'ho apprezzato e capito nel profondo. Promosso!

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  3. In effetti "Babbo bastardo" ha diversi elementi in comune con l'universo dei Coen ma fa a meno delle desolanti conclusioni di molti dei loro film (non di tutti però, ricorderei almeno "Il grande Lebowski" -"The Big Lebowski"- e "Il Grinta" -"True Grit"- come esempi alternativi).
    La narrazione ci presenta un protagonista dalla condotta autodistruttiva che lentamente viene sostituita dall'apertura alla vita e all'amore. Forse il limite maggiore del film si può riscontrare nella commistione tra il tono cinico adottato per quasi tutta la vicenda (al quale corrisponde una certa crudezza di rappresentazione, che va dal turpiloquio dei dialoghi alla caratterizzazione impietosa dei personaggi anche secondari, fino alle sottolineature di una regia che spesso si sofferma su dettagli che evidenziano lo squallore del contesto) e quello meno realistico e più fiabesco dell’epilogo. Un cambio di registro che potrebbe risultare troppo facile e sbrigativo. Ma che non inficia la resa complessiva di un’opera che riesce a comunicare efficacemente un messaggio costruttivo.

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  4. Interessante l'interpretazione di Teknico...io non credo ci sarei arrivato...Ti ricordi per caso la frase in inglese?

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  5. concorderai sul fatto caro Pier che quando si parla di fratelli Coen di solito si pensa immediatamente agli sconvolgenti "Fargo" e "Non è un paese per vecchi", che sono quelli a cui mi riferivo parlando di filmografia più rappresentativa...ma soprattutto tra tutta la loro produzione non considererei "Il Grinta" quale film che possa rappresentarli, anzi a mio avviso parliamo di un esperimento non proprio riuscito...Mentre "Il grande Lebowski" rimane forse l'unico esempio di loro lavoro di qualità contro coen-tendenza...

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  6. Sono d’accordo, la poetica che hanno espresso maggiormente i Coen nella loro filmografia è quella rappresentata in modo esemplare dai due film che hai citato... Rispetto al loro abituale approccio pessimista, ho voluto sottolineare l’alterità de “Il Grande Lebowski” e de “Il Grinta” perché sono due opere che ho apprezzato e che a mio avviso potrebbero anche aiutare a vivere, mentre difficilmente proporrei un altro dei loro titoli se non a scopo “omeopatico”...

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